Secondo i dati di ISTAT e Censis, la situazione è critica: 1 adolescente su 2 manifesta segni di disagio giovanile, mentre tra i 18 e i 25 anni quasi il 50% dei giovani combatte con problemi di ansia e depressione.
Il profilo tracciato dai due istituti di ricerca è chiaro: il disagio giovanile è in crescita esponenziale e riflette una trasformazione radicale rispetto al passato. L’era digitale, unita a sfide sociali e ambientali, ha modificato profondamente la condizione degli adolescenti, rendendo ormai impossibile un confronto con le generazioni precedenti.
Secondo ISTAT, il mondo giovanile è sempre più dominato dal digitale, con un 98% di giovani connessi a Internet, ma anche sempre più segnato da solitudine e malessere psicologico; “oggi le nuove generazioni devono essere equipaggiate con le competenze necessarie per affrontare un mondo caratterizzato dalla globalizzazione e dall’accelerazione delle nuove sfide tecnologiche”, evidenzia il rapporto.
Tra i giovani negli ultimi 2 anni è cresciuta a dismisura anche la sfiducia nel futuro. Il vortice dei problemi di salute mentale travolge 7 giovani su 10 che hanno dichiarato di vivere un disagio non compreso dai genitori, aggravando il senso di isolamento.
La questione non riguarda solo l’Italia. A livello mondiale, secondo la World Health Organization, oltre 1 miliardo di persone soffre di disturbi mentali e più del 14% di questi sono adolescenti. Un dato che sottolinea l’urgenza di intervenire.
A riprova di come, così come più volte ribadito dall’Accademia dei Campioni, occorra prevenire il disagio sociale dei più giovani e fornire supporto concreto. L’obiettivo è chiaro: agire subito per costruire un futuro migliore per le nuove generazioni, dove tecnologia e benessere possano coesistere senza compromettere l’equilibrio psicologico.
La Generazione Z, al centro di questo cambiamento epocale, ha bisogno di risposte concrete per affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso e interconnesso.